Treno dell’Altosannio – Video

a cura di Enzo C. Delli Quadri

L' ALTOSANNIO e il suo treno
L’ ALTOSANNIO e il suo treno

Osservate il tracciato della tratta ferroviaria Sulmona-Carpinone[1]. Si noterà che essa attraversa, tagliandolo in due, tutto il territorio dell’ Altosannio[2], antico e moderno, e da esso è abbracciato,

  • ad ovest, dal Parco Nazionale d’Abruzzo, ad est, dal Parco della Majella,
  • ad ovest, dai siti archeologici di Aufidenia e Barrea, ad est, dai siti archeologici di Pietrabbondante, Vastogirardi e Schiavi d’Abruzzo.

Il treno va da Sulmona a Carpinone, passando per Introdacqua, Pettorano sul Giglio, Cansano, Campo di Giove, Rivisondoli, Pescocostanzo, Roccaraso, Alfedena, Castel di Sangro, San Pietra Avellana, Capracotta, Vastogirardi, Carovilli, Pescolanciano.

Ecco il link https://www.youtube.com/watch?time_continue=11&v=WHG8qaDn7Fw 

L’Altosannio non è una invenzione romanzesca o giornalistica, ma una ben definita terra del Sannio, quella che diede origine alla Gens Sannita (come rivelatoci dal romanzo storico di Nicola Mastronardi “Viteliù – Il nome della libertà[3]).

Transiberiana d'Italia
Transiberiana d’Italia, nome suggestivo. Treno dell’Altosannio, nome rispondente a fattori culturali italiani

Inoltre, è ampiamente riconosciuto, da geografi, economisti, ambientalisti, che questo territorio dell’ Altosannio è un territorio omogeneo per cultura, lingua, ambiente, coincidente con l’Alto Molise l’Alto Sangro e l’Alto Vastese.

Ciò premesso, appare ovvio che il treno che, per merito e impegno di una associazione omonima, ha, da tempo, avuto successo con il nome particolare di  “Transiberiana d’Italia”,  nome suggestivo, evocativo di ampie distese di neve,  è identificativo di un territorio particolare, per cui vale anche il nome de il Treno dell’Altosannio.

_________________________________
[1] La  Sulmona-Carpinone è la linea ferroviaria  dell’Abruzzo e del Molise che collega la città di Sulmone a Carpinone. Dal 2010-11 è priva di traffico. È lunga 128,7 km e presenta quattro stazioni intermedie tra i due capolinea, di cui due con ACEI semplificato e due presenziate. Alla stazione di Rivisondoli_Pescocostanzo la linea raggiunge i 1268,82 m sul livello del mare che ne fanno la seconda stazione più alta della rete italiana FS a scartamento ordinario dopo Brennero (1371 m s.l.m.) [1] e la terza se si considerano oltre alle linee della rete FS anche quelle in concessione e quelle a scartamento ridotto. Il tratto Sulmona-Carpinone è, oggi, percorso da treni turistici e individuato da Fondazione FS a tale scopo nell’ambito del progetto “Binari Senza Tempo”. Essa è anche soprannominata “La Transiberiana d’Italia” per il suggestivo panorama che si può ammirare percorrendola, per gran parte dell’inverno innevato.
[2] http://www.altosannio.it/almosava-cose-cosa-non-e/
[3] http://viteliu.wordpress.com/


Copyright  Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri 

 

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12 pensieri riguardo “Treno dell’Altosannio – Video

  1. Perfettamente d’accordo. Questa strana Italia deve sempre distinguersi per l’uso di termini non appropriati, ha il complesso “dell’estorifilia”.Cosa dire dei tanti termini inglesi di cui che sono entrati a far parte della nostra linguae che nessuno comprende il loro significato? Io uso sempre sostantivi della nostra lingua italiana. Quindi cosa ci azzecca la Siberia con l’Abruzzo e in particolar modo con l’Alto Sannio? Forse i bontemponi sperano che chiamando questa linea ferrata con un nome che fa pensare alle estese pianure e neve di una regione lontana, la Siberia, la gente sia attratta e quindi invogliata a vivere questa avventura. Non è il nome che fa il turismo, ma i servizi che si offre. Il costo ad iniziare dal biglietto, l’educazione, dove acquistare cibo, ostelli, ricoveri, ristoranti, ma sempre gestiti con professionalità, sorriso, educazione e con prezzi non da strozzino. Questi elementi faranno decollare e offrire lavoro a questa linea, bellissima, fra verde e mare, ma con un nome rigidamente locale.

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    1. Stiamo battagliando per inserire il nome di “Il Treno dell’Altosannio” vicino a quello di Transiberiana. Ce la faremo. I responsabili dell’attuale gestione dei treni storici ritengono che, almeno per ora, non si possa rinunciare al brand di Transiberiana, che comincia ad essere conosciuto anche all’estero. Quando uscirà il colossal cinematrografico su Viteliù e i Sanniti nati da noi, allora sarà facile che il nome sarà cambiato, senza perdere il mercato turistico.

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  2. sono d’accordo con voi non sappiamo difendere le nostre origini,la storia,e quanto di bello abbiamo c’è la mania di cambiare termini italiani o nostrani con termini esteri insomma perdiamo le nostre identità e quanto hanno fatto i nostri antenati!!

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    1. Stiamo battagliando per inserire il nome di “Il Treno dell’Altosannio” vicino a quello di Transiberiana. Ce la faremo. I responsabili dell’attuale gestione dei treni storici ritengono che, almeno per ora, non si possa rinunciare al brand di Transiberiana, che comincia ad essere conosciuto anche all’estero. Quando uscirà il colossal cinematrografico su Viteliù e i Sanniti nati da noi, allora sarà facile che il nome sarà cambiato, senza perdere il mercato turistico.

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  3. Gentili signori,
    Mi rallegro del fatto che un’associazione senza alcun fine di lucro che in meno di 300 giorni è riuscita ad evitare la chiusura DEFINITIVA della tratta unendo amministratori e privati cittadini evitando il distacco del tronco a Castel di Sangro presentando un piano d’emergenza per pubblica utilità, sia riuscita a raccogliere oltre 2800 firme in 6 mesi, sia riuscita a presentare la tratta alla ribalta nazionale su radio, tv e giornali con professionisti che A TITOLO GRATUITO da tutta Italia dedicano la loro professionalità al social media marketing di promozione, sia riuscita a diventare partner unico di FondazioneFS organizzando ben 19 treni storici per il 2015 che si aggiungono ai 2 del 2014 (di cui uno per promuovere l’area MaB ed il tartufo molisano ad expo2015), che per organizzare tutto ciò si autofinanzi con un rischio d’impresa superiore ai duecentomila Euro non faccia niente e non sia in grado di valorizzare il territorio.
    Caro Delli Quadri, noi ci siamo già scritti e le ho già detto i veri motivi della scelta di quel nome che tra l’altro non lo abbiamo inventato noi ma un pubblicista nel 1980.
    Nel calendario 2015 trovate il “treno dei Sanniti” senza che nessuno abbia imposto tale scelta o l’abbia sostenuta, giusto per dimostrare quanto sia lontana dalla verità questo battage che tra l’altro riguarda una tratta che va da Isernia a Sulmona e transita nell’alto Sannio ma non solo.
    Domani troveremo altri che inveiranno perché non lo abbiamo chiamato “treno dei Peligni” e qualcuno ci insulterà perché non è stato chiamato “treno dei Pentri”, sicuramente nessuno si sobbarcherà duecentomila Euro che invece porteranno oltre ottomila (sì, ottomila) persone nel NOSTRO territorio facendo tra l’altro un calendario tematico e con soste in moltissime località appenniniche attraversate dalla ferrovia.
    Sempre perché noi non sappiamo o vogliamo valorizzare questo territorio.
    Ad ogni modo grazie per il sostegno dimostrato, a tutti coloro che ancora ritengono che non si sia fatto nulla per questa tratta o per questo territorio offro la possibilità di una collaborazione gratuita, fattiva e costante per mostrare le migliori soluzioni che avremmo dovuto adottare per evitare nei termini dei 60 giorni previsti dalla legge che questa ferrovia divenisse un binario morto come da ddl presentato a sostegno del progetto redatto da RFI. Non scrivete su internet i Vostri metodi, abbiate la compiacenza di metterci a voce negli incontri dedicati al territorio.
    Cordiali Saluti,
    Gianluca Di Lonardo

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    1. Caro Gianluca, ribadisco tutto il nostro sostegno alla TRANSIBERIANA D’ITALIA. Lo abbiamo fatto con articoli e divulgazioni varie. Il suggerimento di “Treno dell’Altosannio” attiene ad un fatto storico che prossimamente esploderà a livello nazionale e internazionale. Tant’è che ho suggerito il sottotitolo. Comunque, avanti tutta.E grazie per il vostro impegno.

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  4. Egregio signor Delli Quadri,ho avuto il piacere di vedere il suo filmato relativo al “treno dell’alto Sannio” e non posso non esprimerle i miei complimenti in uno con il mio grazie.Le assicuro che ho vissuto il tempo della proiezione,a mille km.di distanza,provando emozione e commozione.Io sono affetto dal mal di patria,intendendo per patria il mio paese di nascita-Capracotta,paese nel quale trascorro il periodo estivo e non finirò di rimproverarmi per non aver goduto,almeno una volta,del tragitto ferroviario Carpinone-.Sulmona.Se ne avrò ancora il tempo,in occasione della prossima estate,vorrò vivere con gioia quel momento.Grazie ancora.Giovanni Paglione

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  5. Sono nato a Capracotta ma vissuto dall’età di 6 anni fino ad oggi in varie città e cittadine d’Italia. Tornavo ogni estate ed ogni Natale al paese coi miei genitori che pur avendo trovato una felice sistemazione non vedevano l’ora di tornare “alla casa meja”. In estate da ragazzo partivo da Milano fino a Pescara col treno, cambiavo poi per Sulmona e qui prendevo la littorina (allora c’era quella a nafta di colore marroncino) fino a San Pietro Avellana dove con qualche passaggio arrivavo a Capracotta. Ricordo benissimo quei viaggi interminabili da Milano e non vedevo l’ora di arrivare a Roccaraso dove era possibile sostare per qualche decina di minuti e prendere una gazzosa o un panino un pò rinsecchito al bar della stazione. Ricordo che spesso su quella tratta viaggiava un certo Pietro che con una cassetta di legno a tracolla andava a vendere le scamorze di Bojano: ne comperavo sempre una e la mangiavo all’istante tanto era buona! Spero di poter ripercorrere il tragitto quanto prima sperando anche che non mi scenda qualche lacrima di commozione a cui sono soggetto da qualche anno a questa parte. Grazie infinite per aver rievocato i ricordi di un tempo ormai lontano.

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  6. Spero presto di poter rivivere l’emozione di salire sul trenino dell’Alto Sannio; quante volte, in tempi lontani ho viaggiato su quella tratta da Isernia a Sulmona e viceversa. Ero residente ad Isernia per lavoro e dovevo poi da Sulmona raggiungere L’Aquila con il treno locale. Il trenino era lento, sembrava di essere dentro un film; si attraversavano paesaggi mozzafiato, innevati d’inverno, e verdeggianti nelle altre stagioni e paesini da cartolina. Grazie per l’iniziativa di aver ripristinato il trenino a fini turistici, e dare l’oppurtunita’ di far conoscere a tutti il nostro bel Paese.

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    1. C’è da evidenziare una situazione che è legato a questo treno e che si sottovaluta. Il treno non è a trazione elettrica, usa il gasolio. GRETA LA GIOVIN AMBIENTALISTA ogni VENERDÌ suggerisce agli studenti di tutto il pianeta di marinare la scuola e sfilare per far capire a chi comanda di difendere L’AMBIENTE. Non ci riuscirà perché le persone sono legate a ricordi e al divertimento, specialmente aggredendo la montagna. Usare questi treni e peggio quelli a carbone, la flora e la fauna selvatica, soffrono? Però poco interessa, dietro questa proposta girano tanti euro, nessuno ci vuole rinunciare. Questa abitudine si trova oltre che in ITALIA in altri paesi europei. Allora cara GRETA teniamoci L’AMBIENTE che abbiamo. Il genere umano, la maggioranza super adulta a voi giovani vi sta facendo questo DISPETTO.

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