Racconto-Rcordo di Leonardo Tilli [1], di Fraine
All’epoca, quando si trovava il caffè, era un lusso.In molti posti facevano tostare le radici di cicoria … e preparavano un infuso.
A casa mia, a Fraine, il caffè tostato, una volta raffreddato, veniva conservato in un barattolo a chiusura ermetica.Dopo aver “abbrustolito” il caffè, all’epoca, si utilizzava un “macinino” a mano, per ricavarne la preziosa “polvere”.Mia zia Lisetta, sorella di mio padre, diceva che, per fare un caffè decente, ci volevano almeno ventitré acini di caffè per ogni tazzina, per cui, secondo le persone che avrebbero dovuto berlo, preparava il caffè da macinare, ma ella, calcolava sempre alcune persone in più, poiché sarebbe entrato in casa sempre qualche amico.
Mia zia macinava ii caffè, ogni volta, subito prima di prepararlo con la “Ciucculattera”, cioè con la caffettiera di rame, vicino al fuoco.Fare il caffè con la “Ciucculattera” di rame, vicino al fuoco, era cultura, era un rito, era una opera d’arte. …Questo antico tipo di caffettiera di rame adatta per il fuoco, era stata dotata, dai maestri ramai di Agnone, di alcune particolarità che ne rendevano praticabile l’utilizzo anche se esposta alle alte temperature sia del fuoco e sia “dell’ara”, del piano arroventato in mattoni del camino, senza alterare minimamente la qualità del prodotto, la qualità del caffè finito. …
Per ottenere una buona tazzina di caffè con questa procedura, oltre alla buona materia prima, ed alla buona caffettiera, era necessario che la persona che lo stesse preparando fosse sempre attenta e molto sapiente, sia nell’allontanare dal calore la caffettiera, quando vi versava la polvere di caffè e poi lo girava velocemente per farlo mescolare all’acqua, e sia, subito dopo, nell’avvicinare e poi nell’allontanare la caffettiera di rame dal calore vivo per tre volte, in successione consecutiva, senza far mai traboccare il caffè spumeggiante dalla “Ciucculattera” di rame .… ….
Leonardo Tilli, abruzzese di Fraine (CH), universitario a Urbino, conseguita la Laurea, è costretto a emigrare a Bergamo, in Lombardia, dove dapprima esercita il ruolo di Professore e, poi, di Preside, fino al collocamento a riposo. Ora si diletta a riscoprire antiche mai sopite emozioni legate alla sua amata terra nativa.
Editing: Enzo C. Delli Quadri
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