Versi di Duilio Martino [1]
Sguardi sbiaditi
Poesia è il sonno che di notte sfuma,
gli occhi d’un vecchio che nell’acre ascesa
mastica il buio che annuncia la resa
del muto mirto che non gemma più.
Poesia è madre che, spento il cervello,
afflitta fissa le sfuocate foto
dei figli persi in un immenso ignoto
spinti a salpare dai troppi “però…”.
Sentirsi estranei sul suolo natio,
l’acuto autarca che spegnendo ardori
ti sputa l’aspro ed oscuri bruciori:
“non puoi parlare se non vivi qua”.
Gli astri poesie strappate dal cielo
crani brillanti e intrepidi guerrieri,
le cime, il meglio che fu perso ieri,
l’oro svenduto nel grande bazar.
Un carme è il ciocco trascinato al fuoco,
gli anni anneriti inchiodati al camino
scolando feccia del rancido tino…
l’alba bruciata dal freddo che fa.
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[1] Duilio Martino, Abruzzese di Fraine (CH), ha sempre coltivato la passione per la sua terra di origine e per l’arte, in primis la poesia, alla quale ha dedicato una fetta importante della sua vita.
Editing: Enzo C. Delli Quadri
Copyright Altosannio Magazine
TANKA
Di endecasillabi
ricercate quartine
Profonde e tristi
Pur scalda di vecchiezza
da un ciocco esile fiamma
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Versi amari, masticati e poi spuntati fuori dai denti, come se le parole, una volta, uscite dal cuore potessero ridare respiro alla morente fiamma.
L’estraneo sentimento di appartenenza non compensa l’assenza, resti straniero in casa tua, e poco importa se sei pronto a morire, per tornare a vedere turbinare il vento nelle strade vuote.
Molto bella Duilio!
manuela
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