da Wikipedia
Il museo fu fondato nel 1993 e posto in Via Calata Sant’Antonio nell’edificio con 12 finestre e inizialmente destinato a mattatoio ed edificato con delle pietre di un’antica porta della città che immetteva su una strada che portava a Roma. Il museo è stato progettato daMichele Rak dell’Università di Siena.
L’esterno è in stile romanico-abruzzese, cioè in pietra locale legate con cemento e/o malta, in forma pressoché ottagonale con tettoia a spiovente di media pendenza con tegole rurali.
Nell’unica sala espositiva vi sono degli oggetti che ripercorrono la vita di un pastore, la preparazione di formaggi, l’allestimento delle case, il lavoro dei campi, la tessitura e la tintura della lana e il costume popolare. Nella mostra vengono esposti gli strumenti, la dispensa, la cucina, la camera da letto (con un letto fatto con delle foglie secce di granoturco, le lenzuola tessute e colorate a Scanno ed un contenitore di braci usato per riscaldare il letto, chiamato localmente “il monaco”, sul poggiatesta o testiera vi erano delle immagini sacre), la lavorazione dei formaggi (sono esposti paioli, dei canestri detti localmente fiscelle, forme e mestolo e della lana ed i culti, inoltre la mostra permanente “La vita quotidiana a Scanno e nella Valle del Sagittario” viene rinnovata ogni anno.
La bottega del calzolaio è rappresentata con degli strumenti del ciabattino che ha lavorato per quasi tutto il Novecento.
Nelle vetrine vengono esposti degli strumenti per la lavare i panni dal sapone realizzato con il grasso degli animali, gli strumenti per schiacciare le patate e per la lavorazione della pasta, dei marchi per etichettare il pane, dei libri di preghiera, delle forchette e dei coltelli in osso e ferro, degli amuleti in oro ed argento.
Altri oggetti conservati nel museo degni di nota sono: una valigia in cartapecora, delle forbici per tosare le pecore, delle misure per il grano, alcune rare bilance, i morsi per le vacche, una sella per il trasporto di botti, dei crivelli per setacciare il grano, la farina ed i legumi, dei macinini per il caffè, una stufa, una cassapanca, delle pentole.
Vi sono inoltre varie esposizioni temporanee di foto storiche, attrezzi da pastori, gioielli, costumi tradizionali e vasi di farmacia.
In attesa di restauro sono dei pezzi di un grande orologio di una torre. Nel museo vi è anche un vecchio banco di scuola in legno.
Nel museo sono conservati un grifone, un cucciolo di cinghiale impagliati, un teschio di un caprino o di un ovino o di un muflone ed una macchina appartenuta ad un certo Di Rienzo, fotografo, e alcune delle foto da lui scattate.
Tra l’altro, il museo è anche un punto ove gli studiosi e volontari espongono dei risultati delle loro ricerche che studiano la cultura abruzzese moderna e contemporanea, nonché il museo ogni anno espone ogni anno dei risultati dell’attività del “Centro studi per l’immagine dell’Abruzzo” e conduce degli studi sistematici sui tessuti, la loro produzione e colorazione, la storia del costume tipico di Scanno e la lavorazione del legno, del tessuto e dei metalli.
Copyright: Wikipedia
Editing: Enzo C. Delli Quadri
L’arte della lavorazione della lana:
Una antica civiltà e una cultura, una volta molto diffusa in tutti i paesi, possono insegnarci ancora tante cose ecologiche e belle.
Questi antichi saperi, patrimonio dell’uomanità da tempi immemorabili, penso che abbiano aiutato la sopravvivenza dell’uomo.
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