Poesia di Angelomaria Di Tullio
Ru terramote
A le tre e trentadue de re sei d’Aprile de re duemila e nove
dope quase quattre misce de turmiente
a l’Aquila e d’intorne z’è scatenate l’enfierne
provocanne desastre e quase treciente muorte . ( ducientenovantacinghe )
Ne fortisseme remore ha squarciate re silenzie de la notte
e na scossa potentissema ha fatte tremà la terra .
Pe na ventina de seconde tutte z’è misse a ballà
‘ncoppe e sotte , a destra e sinistra – la luce z’è n’è iuta e nen ce s’è viste chiù .
A forza de trettecà re tetti , re soliai , re devesuori , le scale
de le case , de le chiese , de l’edificie pubblece persine de l’ospedale
pure chille costruite de recente come “la casa de re studente”
sò crollate come cartapeste rabbelanne c’ re calceniaccie
perzone e materiale che ce steva dentre .
Chi pe mirachele z’è salvate ha viste la morte ‘c l’uocchie :
iettecannese z’è svegliate e subbete ha zumbate re liette ,
alle scure z’è fatte strada tra mucchie de macerie
ed a fatica ha cercate de potè scije .
Quaccune ca truvate le scale cadute o la porta c’ ‘nzaiapreva
è saltate da la finestra reschianne de sfragellarse
e chi ‘nvece nen z’è svegliate e z’è muorte senza accorgese .
Re soccorse de la Protezione Civile sò subbete scattate
e parecchie perzone sepolte , dope tante ore , pur se ferite
sò turnate sane salve a la luce de re sole .
Re dianne sò state enorme e metà de l’abetazione nen sierviene chiù .
Ce sta chi ha perdute ogne cosa ed è remaste senza niente .
Migliaia de sfolliate sò state sistemate : chi sotte le tende , chi
a l’albierghe de la costa , chi tra pariente ed amice .
Mò z’aspetta la recostruzione che sarà longa e fatecosa ,
ma la gente abruzzese ,“ forte e gentile “, aiutata da l’Italia entera
tornerà a resorge ed a vivre na vita nova…!
IL TERREMOTO: Alle tre e trentadue del sei Aprile 2009 / dopo quasi quattro mesi di tormento/a L’Aquila e dintorni si è scatenato l’inferno / provocando disastri e circa trecento morti ( 295 ) /Un fortissimo boato ha squarciato il silenzio della notte / ed una scossa tellurica potentissima ha fatto tremare la terra / . Per venti ( lunghissimi ) secondi tutto si è messo a ballare / in senso verticale ed orizzontale – la corrente elettrica è venuta meno e non si è visto più /. A causa delle oscillazioni i tetti , i solai , i divisori , le scale / delle case , delle Chiese , degli edifici pubblici persino dell’ospedale / anche quelli costruiti di recente come la “casa dello studente”/ sono crollate come cartapesta richiudendo con i calcinacci / persone ed oggetti che si trovavano nell’interno / . Chi per miracolo si è salvato ha visto la morte con gli occhi : / sobbalzando si è svegliato e subito è saltato giù dal letto , / nel buio si è fatto strada tra mucchi di macerie / ed a fatica ha cercato di poter uscire / . Qualcuno che ha trovato le scale cadute o la porta che non si apriva / è saltato giù dalla finestra , rischiando così di sfracellarsi / e chi invece non si è svegliato e nel sonno è morto senza accorgesene /. Il soccorso della Protezione Civile è stato immediato / e parecchie persone sepolte , dopo tante ore , anche se ferite / sono tornate sane salve alla luce del sole /. I danni sono stati enormi e metà delle abitazioni sono inagibili /. C’è chi ha perduto tutto rimanendo senza niente /. Le migliaia di sfollati sono stati sistemati nelle tendopoli / negli alberghi della costa adriatica , tra parenti ed amici / . Ora si attende la ricostruzione che sarà lunga e faticosa / ma il popolo abruzzese , “forte e gentile”, aiutato dall’Italia intera / tornerà a risorgere ed a vivere una vita nuova …!
Copyright: Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri