Oro rosso – Premessa

Questo articolo fa da premessa a una bellissima novella scritta da Esther Delli Quadri che pubblicherò, a capitoli, a giorni alterni. fino al ventesimo e ultimo. Ci terrà compagnia per tutta l’estate. Dal titolo avrete capito che si parla delle storie che si intrecciano emozionalmente, nostalgicamente, malinconicamente, attorno all’oro rosso: il rame.


A Teodoro e Anna

Possa io fare della mia vita
qualcosa di semplice e diritto,
come un flauto di canna
che il signore riempie di musica.
(Rabindranath Tagore)

Premessa

La storia in sé è totalmente frutto della mia immaginazione.
La motivazione alla scrittura è stata la voglia di tuffarmi, insieme ai lettori, in un mondo fatto di cose semplici, di buoni sentimenti, in una natura incontaminata, negli ambienti nei quali ho vissuto e descriverli come essi sono rimasti nei ricordi della mia infanzia e adolescenza e come restano impressi nel mio cuore, ricorrendo spesso al dialetto, di cui ho scoperto in me solo molto tardi l’attaccamento e il radicamento. Il dialetto usato è, naturalmente l’agnonese sia per Ue’ducc’, che lo ha appreso da sua madre sia per Ernestina; anche se lei non ha origini agnonese, è comunque altsannita-almosaviana… ….. C’è stata, poi, la voglia di leggerezza e levità di cui volevo che il racconto fosse pervaso. Il carattere scanzonato e allegro di Ernestina, per es, ha molto dei tratti che presentava il carattere di mia madre. Insomma, per dirla con Ujemuort’, avevo voglia di parlare di:

Uomini con mani callose e cuori generosi.
Di lavoro duro e sentimenti veri,
di vite aspre di gente schiva,
di parole parca.
Di un tempo passato,
di arti antiche.
Non perché voi  lo rimpiangiate
ma perché  cerchiate in esso,
nel legame con un dialetto,
in un sentimento di appartenenza,
in uno spirito antico,
il filo della continuità
che governa
il vostro progredire.

Per quanto riguarda le fonti, devo dire che la bibliografia è veramente minima. Le informazioni sul periodo storico le ho prese da Wikipedia ma sono anche il frutto dei molti romanzi e letture varie che ho fatto negli anni. In particolare di questa fonte mi sono avvalsa per le informazioni sul rame e sui suoi utilizzi nel passato. Altre notizie le ho prese da articoli di Altosannio sull’argomento per es “L’arte del rame”,Se non è di Agnone un ramaio è mezzo ramaio“, ” Il fascino dei ramai e l’importanza di uno sputo” per citarne alcuni.  Sempre da Altosannio ho preso notizie sulla transumanza dai vari articoli pubblicati sull’argomento. Altre notizie erano già in mio possesso per letture sul tema fatte in passato. Ancora sul rame e la sua lavorazione molto ho preso dai racconti che mio nonno e mia madre ci facevano sulla raméra di famiglia.  Molto altro è frutto della mia osservazione personale.

Spesso, infatti,  quando andavamo a fare delle scampagnate alla raméra,  ho avuto modo di  osservare il modo di vivere dei maglient’ e qualche volta mi sono spinta, benché  a noi bambini fosse proibito, fino alla fonderia vera e propria dove, nascosta, di tanto in tanto, riuscivo a intravedere, dalla porta che si apriva, i maglient’ al lavoro nell’interno, ad udire il rumore assordante del maglio e il rumore della ruota alle mie spalle che faceva girare l’acqua per azionarlo.

Lo stesso nome del protagonista non è inventato. Ue’ducc’ era uno dei maglient’ alla ramera che in seguito ammalatosi ai polmoni passò a lavorare alla p’teca di San Nicola, da mio nonno. Io l’ho conosciuto ed a lui mi sono ispirata anche per la descrizione fisica e del carattere del protagonista. Era un ragazzo sempre allegro che, quando veniva a casa da noi per qualche commissione, cercava sempre di far divertire me e mio fratello con scherzi semplici. Morì giovane, purtroppo!

segue su https://altosannioblog.wordpress.com/2019/06/15/oro-rosso-capitolo-1/


Copyright: Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri 

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