Nel cuore dell’Abruzzo,
nei pressi di Opi in provincia dell’Aquila,
esiste un luogo dove la pace e la magia della natura incontaminata, si fondono perfettamente con la natura dell’uomo.
La Val Fondillo, ricca di sentieri, cinque sorgenti, magnifici boschi e radure, è una delle valli più suggestive del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.
La valle, ha un’ altitudine compresa tra i 1084 e 1960 metri e si presenta inizialmente stretta nei pressi della località Grotte Fondillo.
Si apre poi a ventaglio formando un anfiteatro di origine glaciale, fiancheggiato dai monti Amaro (m. 1862) e Dubbio (m. 1702), collegati fra loro dalla grande catena montuosa Serra delle Gravare (m. 1960).
Tra fate, ninfe e divinità

Tutta la zona è ricca delle tracce degli antichi culti delle divinità italiche: la stessa cittadina di Opi prende il nome dalla dea dell’abbondanza e sposa di Saturno,
mentre il Ninfeo di Pomona celebrava la dea della nascita della primavera, festeggiata il ventuno marzo, in corrispondenza con l’equinozio primaverile.
Un’altra fonte è dedicata a Vertumno, una divinità osca, secondo il mito innamorata di Pomona, mentre la sorgente Iovareccia, presso Pietramara, è sacra al dio Giove.
È in questo scenario da fiaba che troviamo
la Grotta delle Fate,

La grotta si è creata proprio dalla lenta erosione dell’acqua e sembra uscita da una storia sulle fate.
È una grotta di piccole dimensioni,
per entrare bisogna chinarsi e si rimane in ginocchio,
eppure quando si varca la soglia, qualcosa cambia…
Cambia la temperatura: all’improvviso siamo nel fresco grembo della montagna, nel silenzio più assoluto.
Cambia la luce, che cede il suo posto alla penombra.
E a un tratto sembra di essere proiettati in un’altra dimensione, di pace e meditazione.
Curioso notare che tutti all’improvviso bisbigliano, come se fossero dentro una chiesa o un luogo sacro.
Quando poi la vista si abitua, vediamo con i nostri occhi una minuscola cascatella di acqua purissima, che sembra sgorgare dal cuore stesso dalla montagna. Riguardo poi a ciò che vi si trova all’interno, beh… ognuno vi racconterà una storia diversa: c’è chi non vede niente, chi giura di scorgere piccole creature che giocano fra gli schizzi della fonte, chi esce e crede di aver sognato.
Quando si torna fuori dalla grotta, il bosco sembra rumoroso come una metropoli, tanto è la differenza con l’interno, e può capitare di sentirsi storditi per qualche minuto.
Fonte: Almanacco del crepuscolo
Editing: Paola Giaccio..