di Mario Antenucci
Tratto dal suo libro “La Terra da Scoprire” [1]
Lascio alle mie spalle la collina agnonese che digrada dolcemente verso il mare Adriatico e la cresta frastagliata delle montagne. A mano a mano e a poco a poco che abbandono il territorio collinare la vista conosce più da vicino il paesaggio circostante godendo particolari di piccole gole dove il fiume si tuffa; scopro campanili e torri e tetti rossastri.
Così si scorge Salcito, paesino arroccato su un colle, che ha dato i natali nel 1858 a Michele Pietravalle, insigne uomo politico del Molise che, prima quale presidente della Provincia di Campobasso e poi quale parlamentare e Vicepresidente della Camera dei Deputati, cercò di servire la nazione e il suo Molise. Egli non disdegnò di promuovere il suo paese e il suo Molise.

Nel mio viaggio nella Valle del Trigno non posso non visitare Trivento, luogo della mia crescita, dove ho frequentato le scuole medie inferiori e superiori abilitandomi all’insegnamento nelle scuole elementari.

Ancora una volta vi faccio ingresso percorrendo, preso da grande emozione, la lunga monumentale scalinata, di 365 gradini in pietra, di San Nicola che da Piazza Fontana conduce fino alla Chiesa Cattedrale passando davanti al Convitto che mi ha accolto per tanti anni, quando ero dedito agli studi, e dove hanno trovato accoglienza, dopo la Seconda Guerra Mondiale, le giovani generazioni dell’area del Trigno, quelle molisane soprattutto, che trovarono le vie per raggiungere una formazione umana, sociale e culturale.
La cittadina rimane addossata ad un costone fortificato nella parte alta dal cui “Piano” si può ammirare la sottostante ampia Valle del Trigno; sembra che guardi, civettuola, i paesini dormienti della sponda sinistra del fiume, quelli dell’Abruzzo (Schiavi d’Abruzzo, Guardiabruna, Torrebruna, San Giovanni Lipioni, Celenza sul Trigno).
Essa è stata, sin dall’antichità, capoluogo religioso e culturale di questa parte del Molise. Nelle scuole ivi sorte, ad opera di Mons. Bertrando Gianico, ebbero la loro formazione intellettuale e spirituale le migliori menti del Molise.

Divenne Municipium romano e durante il dominio di questo popolo fu costruita la cattedrale di San Casto, dedicata ai santi Nazario, Celso e Vettore, patroni della città. La cattedrale, consacrata nel 1076, ha subito una serie di ricostruzioni a causa di diversi terremoti; il suo interno in stile barocco, diviso in tre navate, è stato ristrutturato e modificato più volte nei secoli XIX e XX.
Sottostante all’altare e alla navata centrale si trova la magnifica Cripta di San Casto dove sorse, tra il IV e V secolo dopo Cristo, il primo oratorio per custodire le reliquie del Martire. È piena di archi che separano sette navate. Al suo interno sono custodite tre sculture lignee di notevole pregio.
Il viandante che giunge a Trivento non può non rendere omaggio alle dimore di tre suoi illustri concittadini: Nicola Scarano, illustre letterato, scrittore, studioso e critico di Dante; Marcello Scarano, artista pittore, figlio di Nicola, e Emanuele Ciafardini, anch’egli critico letterario e scrittore, docente universitario, discepolo di Francesco D’Ovidio.
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[1] Mario Antenucci, così come rileva Francesco D’Episcopo nella prefazione del suo libro, si addentra nei segreti di un Molise meno conosciuto e battuto, perché più interno e collegato più intimamente all’Abruzzo. Ma questa è terra nostra e il fiume che l’attraversa scandisce il ritmo di una fondovalle che aiuta anche l’autore di questo libro a ricomporre il saliscendi di una terra, geologicamente, tra le più varie e tormentate d’Italia, come ebbe bene ad arguire Francesco Jovine nella sua suggestiva descrizione.