Poesia di Duilio Martino

Le mie radici
Si! Vivo e sostenuto saldamente
dalle radici poderose mie
conscio che il grembo da cui mi alimento
pur mi condanna a eterna prigionia.
Si! Vivo ed avvinghiato al ventre creso
d’una tremula terra un po’ puttana
robusto cerro ancora acerbo offeso
di formiche cazzute arcaica tana.
Lo voglio dire urlandolo che l’amo;
poche foglie, ingiallite,
dal gelo svigorite…
sono i sogni scaduti appesi ai rami.
Respiro gli echi di lune lontane:
gli urli dell’ alba e il sole sulla pelle
e i tramonti e le stelle…
poi quiete oscura (il durissimo pane).
Spento e aggrappato al suo pietroso grumo
si spoglia tiglio tra guglie di rame
dove la luce di comete è fumo
e un cosmo avulso dispensa cascame.
E maledico millè volte il cielo
per l’ampio tempo di cupi apicali
vivo utopie e vanamente anelo
che il vento cambi sui borghi rurali.
Il duro inverno inasprisce la via
ma i sassi scanso e non lascio che sia
anche se i corvi già affollano i rami
pronti a spolparmi nel plumbeo domani
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Copyright: Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri
Poesia emozionale ed …emozionante! Ahimè l’autunno fa ingiallire su ogni albero le foglie…
E’ una legge NATURALE!
Ma chi resiste BENE, rinnova la sua speranza , con l’arrivo di altre primavere!
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