Le mie radici (abruzzesi)

Poesia di Duilio Martino

Le mie radici

Si! Vivo e sostenuto saldamente
dalle radici poderose mie
conscio che il grembo da cui mi alimento 
pur mi condanna a eterna prigionia. 

Si! Vivo ed avvinghiato al ventre creso 
d’una tremula terra un po’ puttana 
robusto cerro ancora acerbo offeso
di formiche cazzute arcaica tana. 

Lo voglio dire urlandolo che l’amo; 
poche foglie, ingiallite,
dal gelo svigorite…
sono i sogni scaduti appesi ai rami. 

Respiro gli echi di lune lontane:
gli urli dell’ alba e il sole sulla pelle 
e i tramonti e le stelle…
poi quiete oscura (il durissimo pane). 

Spento e aggrappato al suo pietroso grumo 
si spoglia tiglio tra guglie di rame
dove la luce di comete è fumo
e un cosmo avulso dispensa cascame. 

E maledico millè volte il cielo
per l’ampio tempo di cupi apicali 
vivo utopie e vanamente anelo
che il vento cambi sui borghi rurali. 

Il duro inverno inasprisce la via
ma i sassi scanso e non lascio che sia 
anche se i corvi già affollano i rami 
pronti a spolparmi nel plumbeo domani 

____________________
Copyright: Altosannio Magazine
EditingEnzo C. Delli Quadri

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