Scritto di Rita Cerimele

Benvenuto a te viandante. Sei accolto con l’offerta del Sale e del Pane riservati all’ospite sacro. Poni le tue mani nelle mie, e lasciati guidare. Iniziamo il nostro viaggio a ritroso nella selva dei miti, ai confini della realtà fra canti, figure di streghe e fantasmi, che ancora oggi caratterizzano terre antichissime, paesi dai vicoli stretti e tortuosi con vecchie case diroccate. Sperimentiamo l’incantesimo di questi posti senza tempo dove il passato è ancora presente. Superiamo la soglia del reale, e tramite il grande occhio ovale, portale tra i mondi, affacciamoci sulle valli del sogno. E’ notte e le luci si spegnono una, a una, mentre torniamo indietro di secolo, in secolo.
È la stessa notte di Halloween, di Samhain, quando magia e stregoneria sono parte di una tradizione millenaria che risale all’età della pietra, l’epoca in cui gli uomini primitivi praticavano culti pagani per ottenere il favore delle divinità.
Il naturale e il sovrannaturale si mescolano.
In queste cerimonie le donne venivano a contatto con gli spiriti dei boschi, dell’acqua, delle piante, per ottenere fertilità, forza e salute.
Samhain è l’antica festa celtica che accoglie la metà oscura dell’anno celebrata a fine ottobre come commemorazione dell’anno morente e l’inizio di un nuovo anno spirituale. Ottobre ha un’energia di pulizia, pulizia e preparazione. La natura sta per riprendersi ciò che ha smesso di vivere, se non è stato seppellito manda i suoi spiriti a recuperarlo.
La rotazione della Ruota verso Samhain è una svolta verso l’oscurità.
Le notti si sono allungate. I nostri alberi non producono più frutti viventi. Sulla morte permane un silenzio che ci terrorizza, e tuttavia è inevitabilmente bello e significativo. Possiamo giocare con la morte perché viene sospesa in uno stato di illusione. Possiamo sbirciare e allungare una mano attraverso il velo della coscienza e poi ritirarla il primo novembre senza alcun danno. Qualche piccola parte di noi muore ogni Samhain. Parlare della morte ci fa appoggiare completamente al lavoro della vita. Questa è la medicina di Samhain e Halloween.
Gli antichi Celti non resisterono a questa danza della morte, a questo portale dall’altra parte, perché compresero come raccogliere la saggezza nel processo di affrontare la propria mortalità. Capirono che quando seppellisci qualcosa con intenzione, può nutrire colture future e nutrirle dall’interno. Eppure, la parola stessa – Samhain – non significa altro che la fine dell’estate. La fine della crescita.
La morte è solo uno stadio naturale della vita.
Non possiamo avere la vita senza morte, più di quanto possiamo avere la luce senza oscurità, la verità senza bugie o il bene senza il male. Sono tutti e due i lati della stessa medaglia, intrecciati per sempre, e inseparabili.
E ora che il velo tra il nostro mondo e il regno degli spiriti si è fatto sottile, qualcosa di nuovo, di fresco diventa disponibile dopo la notte di passaggio per aiutarci a vivere nella sacralità di onorare per sempre il nostro personale ciclo di vita, morte e rinascita.
______________________________
Copyright: Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri