di Enzo C. Delli Quadri

Era un incantesimo del sole o cerimonia magica che, per il principio della magia imitativa, dovevano assicurare la provvista necessaria di luce solare agli uomini, agli animali e alle piante accendendo dei fuochi che imitassero in terra la grande sorgente di luce e di calore nel cielo?
Era un’intenzione purificatrice, essendo intesa a bruciare e distruggere tutte le influenze dannose tanto concepite in forme personali come streghe, demoni e mostri, quanto in forme impersonali come infezione o corruzione diffusa nell’aria?
Era la trasposizione di fuochi dei pastori e di fuochi contadini destinati a distruggere magicamente le erbe nocive del campo, i parassiti delle vigne, etc.?
Era una forma di omaggio e di protezione, ripresa dai cristiani, al Dio fatto uomo e sceso in terra al freddo al gelo?
Domenico Meo, non dà una risposta precisa a questi quesiti, ma, con il suo nuovo libro La Ndocciata di Agnone, ce li rende facili da leggere, chiari da comprendere, trasparenti da interiorizzare.
In questo, ci immerge in un clima armonico di rivelazioni, scoperte, manifestazioni che spaziano nel tempo e nello spazio, riuscendo senza tediare il lettore, a creare una forte tensione emotiva e una intensa eccitazione per una tradizione che, nei secoli, è entrata nelle vene e nelle arterie di ciascun attore di questa terra molisana piena di storia, di valori, di umanità.
Non è difficile, quindi, leggendo il libro, avvertire e assorbire il calore e l’intensità di una cerimonia che scalda il cuore e la mente: alle prime ombre della sera, nel “paese delle campane” il rintocco della chiesa di Sant’Antonio Abate scandisce l’inizio del rituale del fuoco. Sfilano uomini vestiti da pastori, bimbi di ogni età e donne in costume tradizionale contadino che recano arnesi, doni e piccoli animali. L’emozione raggiunge il massimo quando le ndocce sciamano come una moltitudine di lucciole. La via principale del Paese viene attraversata da una scia di lava vulcanica: mille bagliori, scintille, crepitìo, fumo… “Agnone è in fiamme”! I bambini, che attendono questo momento fin da piccoli, aprono trepidanti ed emozionati il corteo. Lungo la strada e, in perfetto ordine, calano le torce da due, quattro, sei e poi quelle più grandi da otto, dieci e fino a ventisei elementi di fuoco. Le fiamme, in un tremolio inarrestabile, sussultano e sobbalzano sulle spalle di robusti portatori (ndoccieri) che, con i volti “infiammati” e intrisi di sudore, fanno abilmente roteare le grandi fiaccole disegnando cerchi simili all’astro solare.
Giovedì 5 dicembre 2019, alle ore 17, il libro di Domenico Meo, decimo della sua narrativa, sarà presentato presso il teatro Italo-Argentino di Agnone.

Copyright: Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri
Rito atavico e armonico, religioso e meraviglioso, ma soprattutto “CALOROSO” e ” FOCOSO”…Che incendia nei giorni della sfilata AGNONE E TUTTA LA GENTE.
BEN VENGA DUNQUE IL NUOVO RACCONTO DI DOMENICO MEO.
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