I nuovi Unni orfani di Attila finanche sulla Majelletta.

A cura di Enzo C. Delli Quadri e foto di Luciano Pellegrini

I free party, comunemente chiamati anche rave party o rave, sono manifestazioni musicali autogestiteall’aperto (quindi illegali in molti paesi, tra cui l’Italia) nate verso la fine degli anni settanta principalmente tekno, techno, goa, acid house, jungle, drum & bass, o psy-trance, caratterizzate dal ritmo incalzante della musica e dai giochi di luce. Si tengono di solito in spazi isolati, per esempio all’interno di aree industriali abbandonate o in grandi spazi aperti, come campi, cave, boschi e foreste, con durata variabile da una notte fino a più di una settimana.

Le componenti fondamentali che hanno dato origine ai free party sono la nascita della musica elettronica  e il conseguente sviluppo di strumenti musicali e attrezzature facili da utilizzare per la sua divulgazione.

Questi eventi risalgono alla fine degli anni settanta in un momento in cui, negli Stati Uniti come in Europa, si formano controculture tese a denunciare problemi nei confronti di un sistema che impone divieti, repressione, leggi e controlli, evidenziando difficoltà economiche e disagi sociali, senza però rinunciare a un’idea di aggregazione.

In effetti, i rave party, nati inizialmente come prodotto di contro-cultura dominante, sono diventati, vieppiù, luoghi di annientamento della propria personalità, del proprio carattere, della propria esistenza fino all’autodistruzione, tra sostanze stupefacenti sempre più pesanti.  

Purtroppo questo tipo di evento stava approdando anche sulla Majelletta. Le foto mostrano il luogo dove doveva tenersi il rave party. Non è dato sapere come e chi abbia evitato questo scempio di luoghi cui si deve solo rispetto e accortezza. Di certo, non possiamo che ringraziarlo.


Altre foto su https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10219416878486016&set=a.10219416849525292&type=1&theater

Copyright: Altosannio Magazine
EditingEnzo C. Delli Quadri

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