Nell’aprile del 2010, sotto la guida del Prof Francesco Paolo Tanzj, i ragazzi delle VA e VB del Liceo Scientifico di Agnone affrontarono diversi temi legati al nostro territorio limitatamente all’alto Molise e l’Alto Vastese. Questo capitolo, scritto da Riccardo Scarano di Castiglione Messer Marino, dopo 9 anni, è ancora molto attuale.

Il Molise e l’Abruzzo sono due piccole regioni incastonate al centro della nostra penisola che a sua volta appartiene ad un corpo continentale, che ha vita grazie al contributo delle sue piccole parti. E questa unità, come recita appunto il motto europeo “Uniti nelle differenze”, deriva in primo luogo dallo spirito cosmopolita dell’Illuminismo, che in tal modo, abolendo le differenze tra gli uomini intendeva superare in nome della Ragione anche i confini delle nazioni stesse. Sappiamo anche che la storia ad un certo punto ha messo da parte questi ideali per dare spazio ad egoismi economici e quindi politici che hanno dato vita a vari eventi che sono poi culminati nelle due guerre mondiali dopo le quali la Ragione ha pian piano ripreso di nuovo il sopravvento.
E’ proprio questo che è successo anche all’Abruzzo e al Molise, i cui rapporti si sono alternati passando attraverso da periodi di familiarità a periodi di scontro.
Le due regioni hanno un’origine comune, legata alla presenza, proprio nel nostro territorio di confine, dell’antica popolazione dei Sanniti, che aveva due dei suoi centri religiosi più importanti proprio a Schiavi d’Abruzzo e a Pietrabbondante; ma nonostante ciò hanno sempre vissuto una vita amministrativa e sociale diversa e separata, in quanto l’economia e la società dell’Abruzzese erano collegate con l’Italia Centrale, mentre l’economia e la società Molisana con l’Italia Meridionale. Le attività delle tre zone molisane, alto medio e basso Molise, restarono separate anche a causa delle notevoli difficoltà di comunicazione viarie e ferroviarie. Nonostante questo e le rivalità municipali, vi era la consapevolezza dell’Unità regionale. Anche nel periodo postunitario, il regionalismo molisano fece sentire la sua voce come rivendicazione di separazione dall’Abruzzo. Insomma il Molise voleva una totale autonomia amministrativa e dopo lunghe battaglie ci fu l’approvazione della legge costituzionale che, nel dicembre del 1963, sanciva la nascita della regione Molise, staccandola dall’Abruzzo e, quindi, con propria autonomia amministrativa e una sola provincia, Campobasso. Un ulteriore assetto territoriale ed amministrativo avviene nel 1970 con la formazione della Provincia di Isernia, che avvenne non senza polemiche da parte degli agnonesi, che vedevano in qualche modo penalizzate le proprie attività economiche, un tempo fiorenti.
Bisogna comunque ricordare che, quando fu istituita nel 1806 la Provincia di Molise nel Regno di Napoli, l’Alto Molise non ne faceva parte e costituiva invece un territorio unico con le vicine zone abruzzesi, con le quali condivideva storia, tradizioni e attività economiche. Solo nel 1811 Giocchino Murat emanò un decereto con cui anche Agnone e il suo territorio veniva annesso alla Provincia di Molise.
Oggi però, nonostante questa separazione, le due zone montane dell’Alto Vastese e dell’Alto Molise sono unite da un legame forte e sicuramente duraturo, anche grazie ai rapporti tra i paesi confinanti come Castiglione, Schiavi, Agnone, Capracotta, Pescopennataro e Poggio Sannita; rapporti non solo economici e sociali ma anche e soprattutto scolastici. Molto importante per le zone montane del Vastese, infatti, è sicuramente l’ospedale di Agnone, facilmente raggiungibile grazie alla superstrada, e dotato di strutture e servizi che soddisfano ampiamente il bisogno di cure della popolazione.
Da sempre, inoltre, i giovani dell’Alto Vastese frequentano le scuole superiori di Agnone che, allo stesso modo dell’ospedale, oggi sono facilmente accessibili grazie all’importante rete stradale.
Da quanto detto sopra si evince, dunque, la fondamentale importanza della superstrada che, rendendo Agnone raggiungibile in pochi minuti ha sicuramente dato impulso ad attività economiche, commerciali e culturali di scambio. Altro fattore di comunanza è l’aspetto geomorfologico, infatti la presenza di rilievi montuosi ha determinato il progressivo allontanamento dalle zone costiere, la cui storia è profondamente diversa dalla nostra.
Un aspetto da sottolineare però è che, mentre in un primo momento la separazione tra le due regioni ha dato un certo impulso ad attività economiche dal momento che potevano essere utilizzati più fondi per la costruzione di infrastrutture assicurando maggiore attenzione verso i bisogni e le necessità della popolazione, vista la relativa vicinanza delle istituzioni locali ai cittadini; successivamente le nostre zone montane sono state via via emarginate dalle rispettive politiche regionali.
Pare comunque che la nostra zona montana sia piena di bellezze che lasciano segni indelebili nella mente e nell’animo di chi la percorre: foreste rigogliose, altopiani erbosi, centri storici che incantano, chiese di pregio, opere d’arte, palazzi, castelli nobiliari, rocche e cinta murarie testimoni di antiche glorie, siti archeologici di rilievo, tipicità artigianali e culinarie e tradizioni di notevole suggestione. Giungere in questo territorio e rimanerne folgorati è segno di quella magia che impone di tornarvi anche per la presenza di stazioni climatiche, sciistiche e per la vivacità della vita culturale.
Itinerari che non si immaginano se non si percorrono e sensazioni che non si assaporano se non si ricercano nella tranquillità e nel silenzio, ma anche nello svago e nel divertimento che la nostra zona offre alternativamente.
Copyright: Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri