La bustina di Marisa: il giallo colchico, bel fiore settembrino

di Marisa Gallo[1]

Colchichi e Miily ,uno dei miei due gatti neri
Colchichi e Miily ,uno dei miei due gatti neri

GIALLO smagliante, fresco e solare, come da tanti anni ormai, lungo i bordi delle aiuole del mio giardino, fiorisce il colchico [2]. Numerosi e folti, stretti l’uno all’altro quasi come soldatini in assetto di battaglia, i COLCHICI si ergono ad abbellire la piccola porzione di prato e di giardino dove anni fa furono posti i primi bulbi, e per la propagazione moltiplicativa degli stessi, la bordura delle aiuole in uno, due anni si è concretizzata. Le piccole foglie delle piantine a ciuffi, come lance verdi, carnose e lucenti, difendono i fiori a sei sette petali, che più d’uno sorgono da ogni bulbo. Sono resistenti al freddo dell’inverno; i bulbi moltiplicati pian piano inondano il terreno; non amano il gran sole, ma nemmeno l’ombra, ben adattandosi al clima estivo, senza soffrirne.

Ma dopo l’arsura estiva e la calura del solleone, beh! forse anch’essi desiderano un bagno ristoratore; ed allora ecco che alla prima pioggia settembrina stendono le membra: i leggeri sepali marroncino, quasi tutti uguali, si schiudono e i petali si allargano come stelle setose e lisce, che riempiono di colore gli occhi e le mani.

I fiorellini non sono sfuggiti certo all’attenzione del grande poeta della nostra terra d’Abruzzo, Gabriele d’Annunzio, che amante dell’estate e del sole, in uno dei suoi madrigali estivi inseriti in ALCYONE così li ricorda in “IMPLORAZIONE” ,che per il diletto di qualche lettore al quale fosse sfuggito, e per la bellezza e brevità dello stesso riporto per intero:

Implorazione (Madrigali Dell’Estate)

Estate, Estate mia, non declinare!
Fa che prima nel petto il cor mi scoppi
come pomo granato a troppo ardore.

Estate, Estate, indugia a maturare
i grappoli dei tralci su per gli oppi.
Fa che il colchico dia più tardo il fiore.

Forte comprimi sul tuo sen rubesto
il fin Settembre, che non sia sì lesto.

Sòffoca, Estate, fra le tue mammelle
il fabro di canestre e di tinelle.

 

Simile al CROCO nella forma e nell’aspetto, IL COLCHICO è diverso nel colore e nel suo utilizzo: solo ornamentale, solo per la bellezza e il piacere dei nostri sensi e pur senza uno specifico o garbato profumo, fa bella mostra di sé, attraente e piacevole.

Navelli : raccolta-dello-zafferano
Navelli : raccolta-dello-zafferano

Nelle nostre terre più interne e specie nella piana di Navelli (L’ AQUILA)invece, in questo mese di settembre, i campi ancora scintillano del verde dei teneri germogli del Crocus Sativus Linneo,( considerato QUESTI il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi)

Ma fra poco i CROCHI, o meglio gli stami rosso scarlatti dei fiori, dai vivaci petali di colore viola, rigorosamente all’alba e a mano verranno raccolti con delicatezza. Ed ecco lo ZAFFERANO, che ha conquistato la gastronomia abruzzese e non solo.

Ma quando arriva settembre e suona la campanella della scuola che chiama a raduno i nostri bambini, io non posso non ricordare i miei giorni passati con loro quando con qualche mazzolino di colchici, raggianti gli alunni più disinvolti li posavano sulla cattedra o i più timidi me li portavano fra le mani , ricevendo una carezza e un grazie ..

Molti anni più tardi le cose si sono, come dire, invertite: Da maestra in pensione e NONNA di quattro nipoti, anch’io a settembre ho colto ogni anno, per il periodo della fioritura, mazzolini di colchici per le maestre dei miei nipotini. Li sollecitavo la mattina a scendere con qualche minuto di anticipo per coglierli in giardino insieme, perché assaporassero anch’essi la gioia della bellezza dei fiori e il gusto prezioso del dono ad una persona cara ed importante, nel caso specifico la maestra. Allora se ne andavano felici col mazzolino di fiori, legati con un fil di plastica. – Nonna leghiamolo bene, se no si scioglie x strada – talvolta dicevano; e la cosa avveniva specie durante quei pochi minuti precedenti l’ingresso a scuola quando in libertà, pur vigilati dalle giovani mamme, facevano corse e giochi nel piazzale antistante. Avvolti nella carta stagnola i FIORI scomparivano in fondo alla stradina nelle mani dei nipotini (in verità un nipotino alla volta , perché fra di loro c’è una discreta differenza di età-) fieri e felici essi stessi dell’offerta, che avrebbe resa felice anche la loro maestra!

Ma la cosa è durata fino a due anni fa, quando l’ultimo mio nipotino ha concluso la scuola elementare. Lì è cominciato un capitolo nuovo, un periodo di minore sensibilità!?? NON SO. Certo di minore espressione di sentimenti verso il prof… Forse il loro cuore di RAGAZZE –“aspiranti signorine” – diceva così il prof dei miei tempi adolescenziali – comincia a sentire i primi palpiti di un affetto diverso, di una diversa attenzione e sollecitazione affettiva verso compagni o compagne dell’altro sesso. Cominciano i primi giochi d’amore innocente e divertente, spesso quasi dispettoso, allegro e spensierato, dolce e soave.

…Ma l’anima va sempre ingentilita e spronata al dono di un fiore!  


CURIOSITA’

Volutamente ho scisso dal mio racconto una piccola ricerca scientifica dal WEB.   Ma proprio facendo la “ricerca “ ho scoperto che i fiori gialli del mio giardino NON sono affatto colchici, come ho creduto finora erroneamente; hanno tutt’altro nome: STERNBERGE. Il mio pertanto è un “falso scientifico” RACCONTO.          Sarò strana?! Ma il nome per lo meno difficile non mi convince a memorizzarlo…ed io continuerò a chiamarli colchici autunnali gialli ! con i quali anche LANAI, l’altro dei miei due gatti neri gioca volentieri.

Al genere STERNBERGIA appartengono circa dieci specie di bulbose di piccole dimensioni simili ai crocus, originarie della zona mediterranea della famiglia delle amaryllidacee. La Sternbergia lutea ha fioritura autunnale e riposo estivo: verso la fine di settembre produce sottili steli eretti, su cui sbocciano fiori singoli, molto simili a crocus, di colore giallo dorato. I fiori durano alcune settimane e la fioritura si protrae fino all’inizio di novembre; assieme ai fiori vengono prodotte le foglie, nastriformi, leggermente carnose, di colore verde scuro brillante. Il fogliame della sternbergia rimane in vegetazione fino all’inizio della primavera, quando dissecca per preparare la pianta al riposo vegetativo estivo. I bulbi sono di piccole dimensioni e le piante in genere non superano i 15-20 cm di altezza. La coltivazione è molto facile, ed i bulbi tendono a propagarsi abbastanza rapidamente; bulbosa molto adatta all’inselvatichimento.

CROCUS E COLCHICI Sono piante bulbose perenni che producono fiori molto simili, pur appartenendo a due generi diversi; la principale differenza tra le due varietà sta nell’epoca di fioritura: infatti i crochi producono i loro piccoli fiori alla fine dell’inverno, mentre i colchici delle specie più diffuse sbocciano in autunno. Inoltre i crochi sono di dimensioni minori e di colore vario, dal giallo al bianco, dal rosa al lilla; i colchici invece producono fiori sempre nelle tonalità del rosa.                       

 


[1] Marisa Gallo, molisana di Montefalcone nel Sannio, insegnante, amante e cultrice della Poesia, più per hobby che per professione, impegnata a restare al passo dei tempi, ma con animo caldo, non sclerotizzato dai media aggressivi.
[2] COLCHICO etimologicamente dal nome dell’antica Colchide (un regno affacciato sul Mar Nero nell’Asia Caucasica).

Copyright Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri

 

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6 pensieri riguardo “La bustina di Marisa: il giallo colchico, bel fiore settembrino

  1. GRAZIE FLORA, sai perché prende? ci accomunano i fiori, senz’altro noti a te e a molti — ché sono diffusi un po’ ovunque— ma ci accomuna soprattutto “Il fin settembre” che PUR D’Annunzio avrebbe voluto ritardare … cioè l’autunno del nostro percorso di vita… pensa IERI ERANO IL MARE, IL SOLLELEONE,LA CALURA….ED OGGI LE PRIME PIOGGE E LA FRESCURA !

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  2. A fine settembre quasi, cala gradevole questo bel “fiore” di racconto con il suo misto di interessanti nozioni scientifiche e poesia. Complimenti, Marisa! Come si sente la tua delicatezza che si traduce in descrizione coinvolgente e racconto che fa volare la fantasia e i ricordi. Sei tu che “domini” il giardino o viceversa?

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  3. Settembre è il mese dell’anno che preferisco. Sarà perché sono nata proprio a Settembre? Non so, so solo che Marisa con il suo scritto ha creato in me ancora una volta l’emozione, quella vera. Grazie per esserci, grande donna.

    P.S. Il tuo gattino nero è uguale al mio, saranno mica fratelli? 😉

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    1. …GRAZIE, AMICO RODRIGO… Quest’anno il colchico non fiorirà, per stravolgimento di lavori, ancora in atto, sono: saltati tutti i bulbi, i nipoti lontani, la vecchiaia che avanza,ecc ecc
      Anche i sogni ora son deboli, a causa dell’insonnia.
      Restano i ricordi e qualche memoria scritta!!!

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