A cura di Enzo C. Delli Quadri
Uno – due – tre
Ci si mette in cerchio, si tira il tocco, ovvero si conta Uno – due – tre, al tre si apre un certo numero di dita, si fa il totale delle dita aperte e a partire da colui o colei da cui si è stabilito di iniziare “il tocco”, si conta in giro – da sinistra a destra – fino ad arrivare a quel totale.
Oppure, sempre a partire da colui o colei da cui si è stabilito di iniziare “il tocco”, si declama ad alta voce una di queste filastrocche, utili appunto alla conta.
Ambarabacicicocò
Ambarabacicicocò,
tre civette sul comò
che facevano l’amore
con il figlio del dottore,
il dottore le ammazzò,
ambarabacciccicòcò.”
Bum
Bum
cade una bomba in mezzo al mare
Mamma mia mi sento male
mi sento male da morire
prendo la barca e fuggo via
fuggo via di là dal mare
dove sono i marinai
che lavorano notte e dì
A, B, C, D
A, B, C, D
A, B, C, D
“An ghin go’
“An ghin go’
tre galline e tre cappo’
per andare alla cappella
c’era una ragazza bella
che suonava le ventitré
uno, due e tre
tocca proprio a te
La bella lavanderina
La bella lavanderina
che lava i fazzoletti
per i poveretti della città!
Fai un salto,
fanne un altro,
fai la riverenza,
fai la penitenza,
guarda in su,
guarda in giù,
dai un bacio
a chi vuoi tu!”.
Copyright Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri
Bellissime! mi ricordano l’infanzia e i giochi spensierati di vico Savonarola.
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Sono tutte nella nostra memoria. Grazie Enzo per avrle riportate in superficie
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L’ultima però non è una conta, ma un gioco tra bambine
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