di Gustavo Tempesta Petresine[1]

Penzènnə, mə nə vajə
Pənzènnə vaje ‘mmiézzə a chissə priètə,
uarduannə rə vallùnə chinə d’acca.
Lə miènə arrabbəlàtə dalla sacca,
e ogni tandə m’arrəvòldə arrétə.
M’acciùcchə ‘ndèrrə, ‘nə pisciarièllə posa,
zə ferma, vold’attòrnə a ‘n’uarvənièllə.
M’arrassemèglia coma fùssə anièllə
ca z’atturcìglia a ditə də la spòsa.
‘Ngapə a mè sctà ‘nə cièlə struppəjètə.
Lə chiòvə friddə mə cavùta l’ossa.
‘N’zə sa sə mm’ajə muòrtə e arràbbəviètə.
So’ natə e manghə m’jènə addumannàtə:
vuò tu vedè rə munne chi gnè fattə!
E jə nn’avèssə avutə c’arrespònnə.
Fra vita e mortə ‘n zə po’ fa ‘nə puàttə.
Pensando, vado.
Vado pensando in mezzo a questi prati,
guardando i torrenti pieni d’acqua.
Con le mani seppellite nelle tasche
ogni tanto penso al mio passato.
Mi chino a terra, un rivolo posa,
si ferma, gira attorno a un albero.
Mi fa venire in mente l’anello
quando circuisce il dito ad una sposa.
Sulla mia testa c’è un cielo rovinoso.
Un piovere gelido mi perfora le ossa;
nessuno sa se sono morto o redivivo.
Nascendo, nessuno mi ha chiesto:
vuoi vedere com’è fatto il mondo!
Io non avrei avuto da rispondere.
Tra vita e morte non vi sono patti.
…
Questa poesia è tratta dal libro di Gustavo, NE CANDE edito da Edizioni SIMPLE (si trova su internet)
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[1] Gustavo Tempesta Petresine, Nativo di Pescopennataro, si definisce “ignorante congenito, allievo di Socrate e Paperino”. Ama la prosa e la poesia, cui dedica molto del suo tempo, con risultati eccezionali, considerati gli apprezzamenti e i premi che consegue continuamente. Il suo libro di poesie più bello e completo si chiama “‘Ne cande,”
Copyright Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri
Non si sceglie certo se venire al mondo; due persone lo fanno per Ognuno di NOI!
E…NOI , IN DUE, CONTINUEREMO a mettere al mondo altri esseri….
PER e CON AMORE!!! ??? COSI DICONO CHE SI CHIAMI: AMORE!
CHE a volte è “arrabelate” nelle tasche del cuore.
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Ciao, Gustavo Tempesta Petresine.
Questa tua poesia, come tutte le altre tue poesie, che ho letto fino ad oggi, è molto bella e molto profonda.
Anche questa, va letta con calma, per assaporare meglio il dialetto e il significato.
Ogni parola dialettale è stata scelta con cura per esprimere un mondo, il tuo animo e gli interrogativi del tuo cuore, i ricordi della tua vita, del tuo vissuto.
Le sensazioni fisiche esprimono un tuo travaglio interiore che le immagini scelte da te, l’insieme della pioggia, del freddo, del torrente impetuoso, del piccolo romantico “filo d’acqua” che amorevolmente avvolge un tenero, comune arboscello, come l’anello si attorciglia intorno al dito della sposa, il cielo “storpiato”, “sgretolato”, sono immagini che fanno parte anche della vita di tutti noi, ricordano i nostri affanni, le nostre gioie, i nostri dolori.
La tua poesia esprime concetti universali, come pretesto hai preso gli elementi fisici, per poter meglio rendere l’idea del patire e del soffrire umano che in te si trasforma in poesia, in amore, in anelito del tuo animo.
Questa tua poesia, forse più delle altre, va anche meditata per poter condividere le grandi verità che rivelano il culmine del tuo “penzènne” che accompagna il tuo andare, il tuo cammino, la tua vita.
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