di Gustavo Tempesta Petresine
XIX Canto dell’Altosannio
Il tempo non si muove più da giunchi,
l’acqua ristagna con la sua Mefite.
Un eco antico mi sconquassa il petto,
ridonda, e poi mi gracida nel cuore.
fa parte del suo libro “Ne cande”[1]
____________________________________________________
[1] ‘Ne cande, nasce da un percorso accidentato, da un ritrovare frammenti e “cocci” di un vernacolo non più parlato come in origine, da mettere insieme in un complicato puzzle. I termini sono proposti cercando di rispecchiare la fonetica che fu propria del parlare dei nostri nonni, ascoltati in prima persona e qui proposti. Il “canto lieto”, quello che trattava di feste, amori e piccola ironia dove si contemplava il fluire non privo di stenti, di un vivere paesano, è svanito negli anni.
_________
Copyright Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri
CARO POETA, GUSTAVO TEMPESTA, Infernalmente dantesco QUESTO TUO CANTO, MA SEMPRE BELLO! LA SUA ECO RESTA IMPRESSA SULLA PELLE E NELLA MEMORIA!
"Mi piace""Mi piace"