Il segreto della lana – Capitolo 2 – Ricordi con le mani nella lana

di Esther Delli Quadri
( dalla raccolta ” Mendicanti dell’anima”)

Cap. 1 – Materassi in eredità   per leggerlo clicca QUI
Cap. 2 – Ricordi con le mani nella lana
Cap. 3 – Racconti tramandati per leggerlo clicca QUI
Cap. 4 – La Sorpresa tra la lana  per leggerlo clicca QUI
Cap. 5 – La lettera   per leggerlo clicca QUI
Cap. 6 – La guerra la vergogna l’amore   per leggerlo clicca QUI

Questa novella racconta di una nonna materassaia che lascia in eredità a sua figlia i suoi materassi di lana; lei, su consiglio della sua figlia, decide di lavorarli per ottenerne cuscini e coperte. Durante la lavorazione succedono cose significative che squarciano il telo su un passato traumatico che, insieme a tutto il contesto ambientale, il clima familiare, i ricordi, consentono, a chi legge, di vivere emozioni particolari.

Capitolo 2 – Ricordi con le mani nella lana.

Iniziammo il lavoro il giorno seguente, di buon mattino.
Facemmo un programma da seguire: prima di tutto bisognava scucire le logore e vecchie fodere dei  materassi, poi occorreva lavare la lana e farla asciugare, quindi pettinarla e cardarla perché tornasse soffice e morbida.
Avremmo poi dovuto acquistare del tessuto per fare i cuscini, imbottirli di lana e ” impunturarli ” con i lunghi grossi aghi della nonna.
Avevo un’idea precisa del tessuto che desideravo per i miei cuscini. Lo volevo a strisce, come usava per le fodere dei vecchi materassi in passato, che erano di solito a larghe, lunghe righe bianche e blu o bianche e marrone, ma avrei scelto colori diversi: un misto di rosso cupo e giallo dorato su un fondo bianco ” sporco” con impunture di filo rosso tutt’intorno.
Un  tessuto così non lo troveremo qui in zona ” osservò mia madre sorridendo.
Sarà allora l’occasione per andare a fare un giretto, io e te da sole, alla ricerca del ” tempo perduto “  la presi bonariamente in giro conoscendo la sua ritrosia ad intraprendere viaggi sia lunghi che brevi.
“…. Vedremo… “ mi sorrise lei “non ti stanchi mai di girovagare! Proprio tutto il contrario di me che se vado via da qui anche solo per un giorno mi sento morire…..”
Nel tuo caso quando si dice ” radici ” è da intendersi alla lettera” continuai a provocarla. “ non vieni mai a trovarmi in ” città “…. eppure sai che mi farebbe piacere….”
lo so…lo so… Ma io sono come mio padre …. Fuori da qui mi sento un pesce fuori dall’acqua mi pare che mi manchi l’aria… Ho bisogno di questo vento per respirare,  di queste pietre  per vivere..del mio orto…. dei miei fiori….”
Già…già. Tutta roba che difficilmente entra in una valigia!… “ dissi. Poi aggiunsi ” …..Il nonno l’ho conosciuto poco ma mi sarebbe piaciuto conoscerlo più a fondo….. Com’era?” chiesi mentre trasportavamo il primo materasso ne “la stanza dei materassi” e lo appoggiavamo sul grande e vecchio tavolo di legno al centro della stanza.
Non rispose subito. Ma quando il materasso fu sistemato, scuotendo un po’ l’aria con la mano per allontanare la polvere che ne era venuta fuori, disse:
Il nonno era la persona più altruista, generosa e integerrima che io abbia mai conosciuto”
” Eravate molto legati, vero?” continuai.
…Si……. molto legati…si…..Mi manca tutto di lui……Tantissimo……Mi mancano le sue parole di fiducia che su di me agivano come un balsamo. Quando mi vedeva triste o pensierosa con le sue grosse mani rovinate dal lavoro mi spianava le rughe sulla fronte e diceva ” La figlia di un falegname deve avere la fronte bella liscia, liscia…. piallata…se no significa che il padre non lavora bene… Dai a me le tue preoccupazioni, a quelle ci penso io….” Poi mi faceva l’occhiolino e io mi sentivo subito meglio. “
….Era falegname, lo so…… Il suo laboratorio era sulla strada all’uscita del paese….no?!”
” ….Quello dopo, quando cambiò e si trasferì in un laboratorio più grande……Il suo primo laboratorio era un piccolo magazzino in affitto. Non era molto lontano da qui. Quando penso a lui al lavoro torno con la mente sempre a quel suo primo magazzino. Lì dentro ho trascorso tante ore felici. ……”
” Ti portava con sé al lavoro? ” chiesi mentre la guardavo iniziare a scucire la vecchia fodera .
Si, molto spesso, prima che iniziassi la scuola. Mi piaceva stare lì a guardarlo, raccogliere i trucioli che cadevano dalla sua pialla. Li mettevo in una scatola e facevo finta che fossero i
” maccheroni”. Poi li portavo a casa e li offrivo da mangiare ai miei fratelli. Loro ridevano.Buoni questi maccheroni” mi dicevano ” anche se ci manca un po’ di formaggio “. Quindi raccoglievano dalla scatola un po’ di segatura e la versavano sui trucioli. Poi mio fratello, quello grande, mi prendeva per le braccia e mi faceva fare ” vola vola”….
“…. E i tuoi fratelli? Loro non venivano con voi?
Erano più grandi… avevano la scuola… E poi gli piacevano giochi più da ” maschi “. …Ma lo zio Nicola è venuto qualche volta anche lui…. “
Si interruppe. Svuotò il materasso di un po’ della sua lana facendola cadere su un telo che avevamo steso sotto il tavolo ai nostri piedi.
” … Continua ti prego…. ” la incalzai.
Si,……va bene…. Ma non stare lì incantata ad ascoltarmi…. Intanto datti da fare anche tu altrimenti non ci basteranno due anni per ultimare il lavoro. Altro che due settimane!… Come diceva la nonna ” lavorare di orecchie non  impedisce di lavorare con le mani…””
” Era molto severa, vero, …..la nonna?” chiesi.
“….. Severa?!? … Non so se era severa…. Era molto…..ligia al suo dovere, ecco… Era più questo che non severa …. “
” Beh, ma il tuo rapporto con lei era diverso da quello con tuo padre?!?…
Si….. Forse era perché io e mio padre ci assomigliavamo molto caratterialmente anche se eravamo molto diversi fisicamente.”
” Si “ convenni ” tu assomigli molto più alla nonna che al nonno … Almeno dalle foto che ho visto io”
E continuai ” Mi hai detto che molti dei mobili che tu hai a casa li ha fatti lui…doveva essere bravo…”
Lo era…… Era molto bravo! ….È vero, molti mobili a casa nostra li ha fatti lui. L’armadio della mia camera da letto, il comò, il letto, i comodini…. Il tavolo del soggiorno… La credenza …li fece lui per il mio matrimonio “  disse con voce commossa.
” …Anche la madia in cucina…. Quella che adesso tieni nel corridoio  de l’ ingresso…”
” No, quella era di mia nonna …. Sua madre… Quando lei morì lui e i suoi fratelli ereditarono le sue cose. Dopo che ciò avvenne lui una sera disse a tutti noi che quella madia sarebbe stata mia. Ricordo che mia madre cercò di obiettare…. Chissà forse non le sembrò corretto verso i miei fratelli…ma lui tagliò corto ” …..La madia sarà di Diletta disse ” era di sua nonna e sarà sua. ” Ricordo che rimasi un po’ sorpresa per quella uscita anche perché ai miei fratelli non interessava niente di quella madia. Ma forse, chissà, ……come ti ho detto la nonna era molto ligia ai suoi obblighi, ai suoi doveri…”
Si, è vero…. Era una persona che, come si suol dire ” pretendeva molto da sé stessa “…. e forse per questo pretendeva molto anche dagli altri……. Non si concedeva pause…. quindi non ne concedeva……” aggiunsi piano.
” …. Ma con te era … come dire…. diversa……Ricordo che eravamo tutti stupiti di quanto fosse paziente e comprensiva con te. Ti concedeva cose che a noi figli non aveva mai concesso e che non concedeva ad altri nipoti…..non è mai stata una chiacchierona, ma con te si intratteneva in lunghe conversazioni. …”
È vero….le piaceva stare con me…. Soprattutto ascoltarmi, mentre a me piaceva stare a guardarla mentre lavorava o cucinava ….”
” ….Era felice di …. averti intorno…. ” mormorò lei ” ...quasi un miracolo….!”
Intuii che la strada si sarebbe fatta accidentata se ci fossimo   addentrate oltre in quel campo.
” Continua a raccontarmi del nonno”  dissi ” so così poco di lui….”
Lei continuò con quella sua voce morbida, un po’ cantilenante.
” …. Ricordo che una volta, avrò avuto 5 o forse 6 anni, ero a letto per una tonsillite. La gola è sempre stato il mio punto debole. Per eliminare le placche di infiammazione dalle tonsille allora usava che il medico le togliesse manualmente e poi si facevano delle ” spennellature” , mi pare con la tintura di iodio, quindi delle iniezioni con la penicillina….. Non era molto gradevole, anzi era piuttosto sgradevole. Io piangevo, urlavo e mi dimenavo mentre mia madre mi teneva ferma per aiutare il medico nel suo compito. Da queste ” sedute” uscivamo esauste tutte e due. Un giorno dopo che il medico se ne fu andato, mentre sonnecchiavo dopo essermi addormentata sfinita, piangendo, sentii mio padre avvicinarsi  al mio letto. Socchiusi gli occhi e lui piano, come sempre mi parlava mi disse ” Diletta, guarda cosa ti ho portato! “. Aprii gli occhi e davanti a me c’era un modellino di casa tutta di legno. Era molto semplice e rustica. Dentro in una piccola stanzetta aveva costruito un lettino e su di esso giaceva una rudimentale bambola di legno…”
” Si, la ricordo… Ci ho giocato tanto anche io….”
“…..”….. Se sarai brava quando c’è il dottore papà ogni giorno ci aggiungerà  un mobiletto alla tua casetta e mamma ci farà le tendine alle finestre, un materassino sul lettino e anche una coperta…” così mi disse e così fu. Pian pian migliorò la casetta, la verniciò. Mia madre con dei pezzetti di stoffa avanzata dalle fodere dei materassi fece coperte, cuscini…. Perfino una tovaglia per la tavola…..La mia casetta era l’invidia di tutte le mie compagne. Nessuna di loro aveva una cosa così….” sorrise al ricordo.
Dov’è adesso? Che ne è stato? L’hai buttata? ” chiesi ironica e provocatoria, già conoscendo la risposta.
…..Buttata?…. Come potrei?….” reagì lei “…. è conservata….. La conservo….. per te…. Per una tua bambina …. Se ne avrai una ….. A me ha dato tanta felicità e vorrei che la desse anche ad altri. Ma soprattutto vorrei che qualcosa del nonno arrivasse ai suoi discendenti….”.
Solo mia madre con la sua voce dolce era in grado di suscitare in me emozioni così forti. Nascosi la commozione che provavo con un gesto della mano a significare ” campa cavallo”.
Lei rise. Poi disse ” Un giorno, sono certa, ti vedrò indaffarata intorno ad una culla …e allora sarò io a prendere in giro te ….”
” Forse….chissà… Ad ogni modo so già che regalo faresti alla piccola!”
Ridemmo felici tutte e due.
Momenti di leggerezza quelli che avevano sempre  costellato il nostro tempo insieme.
Perle nascoste tra le pieghe del tempo.


Copyright: Altosannio Magazine
Editing: Enzo C. Delli Quadri 

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