Il paese dove nascono le rose selvatiche e le ginestre

Manuela Pelle

Amico mio e mio Caro,

conosci tu il Paese dove fioriscono le rose selvatiche e le ginestre? Io ci sono nata in un posto così. E‘ un paese piccolino ma molto grande e lo so che sembra impossibile, ma non lo è. Sta poggiato sul crinale di una collina e sembra una donna che si riposa e la sua testa, sempre tra le nuvole, è piena di campanili e le sue gambe stanche e allungate sono piene di orti e giardini, sul seno ha tante fontane e il suo ventre ospita anche il letto di un fiume.

Quando stai per raggiungerlo dall’Abruzzo, d’improvviso l’orizzonte si allarga, dopo aver attraversato una cupa boscaglia, e il tuo sguardo arriva molto lontano e vedi un paesaggio fatto di lande brulle e desolate in ogni stagione e macchie di alberi scuri e forti e pietre grandi, piccole, aguzze e rotondeggianti e finalmente il Paese.

Il mio Paese è così ha un po’ di tutto ed è pieno di contraddizioni, per questo mi somiglia!

Amico mio, vorrei che tu lo visitassi insieme a me per vedere la serie delle case, una vicina all’altra, strette come fratelli che si proteggono dal lungo inverno, piccole, grandi, con tante finestre che si affacciano sulle strade e sulle piazze, sul retro nascondono un fazzoletto di terra. I palazzi gentilizi poi, sono pieni dei fantasmi di chi, prima di me, ha riso e pianto in quelle mura, ed ha amato e sofferto, sono ancora tutti lì, gusci vuoti ormai, che sperano ancora che le loro stanze si rianimino con urla gioiose di bambini e risa di donna.

Mio Caro, con un po’ di tempo a nostra disposizione visiteremo anche le Chiese, gioielli incontaminati dal passare del tempo, perché loro stesse rappresentano il tempo, quello che è passato e quello che deve ancora venire, dove il culto è rappresentato da statue, dipinti e magnificenza.

Le nostre Chiese sono buie, accoglienti e fresche in estate, il silenzio ti cattura e, anche senza pregare, l’atmosfera che aleggia ti trasporta lontano, in una dimensione irreale, dove lo spirito prende il sopravvento sul corpo e non vorresti uscirne, perché la pace che cercavi abita lì e finalmente respiri.

In inverno quelle Chiese sono solenni e piene di luce e tutti i riti che conosci culminano nei giorni dell’Avvento e della Quaresima. Spesso la neve e il gelo durano molti mesi, e un vento freddo spazza le vie poco trafficate e una silenziosa solitudine invade il cuore delle persone e delle cose.

In primavera l’odore delle ginestre, che sale dalle scarpate, è inebriante e le notti fredde e terse sono illuminate da stelle e lucciole e un fremito di vento preannuncia l’estate che, nel mio Paese, è abbagliante.

Amico Mio e Mio Caro, il mio Paese è come una rosa selvatica, delicata e fragrante, spontanea e meravigliosa, ma nasce in mezzo ai rovi e le sue spine spesso feriscono senza pietà, sono ferite mortali da cui non ci si riprende più, l’unica cura è tornarci spesso anche con la fantasia.

Il mio Paese ci accoglierà, Mio Caro, e ogni pietra che calpesteremo sarà un passo in più verso la pace a cui entrambi aneliamo  e girando lo sguardo intorno, lo vedremo finalmente per quello che è, un posto magico dove gioie e dolori hanno lo stesso peso e soprattutto lo stesso prezzo.

Un abbraccio

Copyright: Altosannio Magazine 
EditingEnzo C. Delli Quadri  

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2 pensieri riguardo “Il paese dove nascono le rose selvatiche e le ginestre

  1. Ho imparato ad ammirare e ad amare questo paese , Agnone, pieno di ginestre e bello come una rosa …ricco di chiese e d’arte -l’antica Atene del Sannio …che fa rima con Montefalcone nel Sannio – il mio paese – dove è piacevole tornare, col pregio del fresco estivo …e del freddo invernale…

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