Morte di una pianta

Ugo D’Onofrio

Questa poesia fa parte del libro “Dall’Eco dei Miei Monti” che Ugo D’Onofrio, nativo di Capracotta e Agnonese d’adozione, già magistrato e avvocato, diede alle stampe nel giugno del 1979 e che, nel 1980, conseguì, nell’ambito del Premio Internazionale “Approdo”,  il I° premio nella sezione “Libro di Poesia e Narrativa”.
Dopo circa 40 anni dalla scrittura di questa poesia il nostro territorio ha pianto la morte di Re Fajone, un faggio plurisecolare, in comune di Vastogirardi (IS), località Valle S. Maria. Circonferenza del tronco: 7,00 mt. –
Altezza: 26 mt. (rilievo 2008).

Pochi chilometri prima del paese di Vastogirardi, si lascia l’auto e si prosegue a piedi, immergendosi,  lungo un sentiero che porta nel bosco, nella Riserva Biogenetica di Montedimezzo. Dopo pochi minuti, giunti all’interno del bosco, si raggiunge una fonte con un grande abbeveratoio, probabilmente utilizzato anche in passato per abbeverare le greggi, considerato che a poche decine di metri passa il tratturo Celano Foggia. Da lì a poco, si può osservare il Re Fajone.….. giacente senza più vita, in quella che era la sua faggeta, su cui troneggiava in mezzo ad altri faggi molto più piccoli di lui.

Muta soffre la terra
l’offesa dell’animale ingrato;
assordante flagello meccanico
il cuore le squarcia,
impietoso portandole via
i figli nutriti con pazienza ed amore.
Invano implora gemito profondo
misericordia inascoltata
perché esso non giunge
nel fragore ch’uccide il lamento
ai timpani dell’avido corrotto
che sordo impazzisce al denaro.
Vacilla intanto il tronco nobile
e nella rabbia furibondo
scuote verdi le sue chiome
in una cascata di soffici foglie.
…Lenta la vita spira dai germogli
e le radici incredule a levarsi
dal loro morbido letto di benessere
si aggrappano ad estrema speranza
strappando nell’abbraccio di morte
le carni della madre generosa.
Tenui umori sgocciolano candidi
gli ultimi raccapriccianti, sussulti
in freddo commosso sudario
che cosparge di pianto
il dolore d’intorno nei campi:
di lutto si copre
la lacera coltre,
già ridente custode
di messi rigogliose
e privo d’anima
giace infine riverso
il tacito eroe appassito,
abbattuto da feroce progresso
che rozzo s’avventa
contro mansueta natura.

Copyright: Altosannio Magazine 
EditingEnzo C. Delli Quadri  

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Un pensiero riguardo “Morte di una pianta

  1. COMPLIMENTI. Parole liricamente misurate e forti: l’animo scosso dell’autore, che ama la natura ed assiste alla morte DI UN GIGANTE, RE FAIONE… COLPITO
    Sensazione emozionale che anch’io ho provato, CIRCA 40 ANNI FA, quando insegnavo a Tricalle -CHIETI- che mi commosse, tanto da esprimere la mia commozione con una poesia, in certo qual modo simile…la invio per e mail…

    "Mi piace"

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