Escursione del 2016 di Francesco Raffaele
scatti e testo tratti dal suo sito http://www.francescoraffaele.com

Percorso
– Vernacchiese (Cantagufo, Palombaro) – Bosco Vaduccio – Colle Strozzi – Monte d’Ugni: I° Rifugio CFS (q. 1863m) – II° Rifugio CFS “Ugni II” (q. 2035m)
– Monte Martellese (2259m) – II° Rifugio “Ugno II / Martellese” – La Carozza – Cima delle Murelle (2596m) e ritorno a valle ripassando per i due rifugi CFS
(27 Marzo 2016)
Da quando, la scorsa primavera, scesi dall’Acquaviva per la sterrata forestale di Colle Strozzi, immaginai subito di tornarci d’inverno. Quest’inverno è stato sicuramente molto deludente dal punto di vista meteorologico (poca neve e molto caldo) ma i primi giorni di primavera, e in particolare il WE di Pasqua, offrono, a me e al mio amico Massimo, l’ultima possibilità per fare qualcosa su neve che non sia esageratamente “brodosa”. Sarà un’altra bellissima camminata, tutto in una volta







Scesi dal Mt. Martellese, Massimo non sembra ancora appagato, e se ne esce con l’idea di risalire per giungere sulla Cima delle Murelle in notturna. Nonostante la fatica già accumulata (siamo già con c. 1800m di dislivello nelle gambe) non me lo faccio ripetere, visto che, l’anno scorso, pensai che in discesa dall’Acquaviva ci sarebbe stato il tempo (e anche la forza, visto che in quel caso avevamo dormito al rifugio) di salire sulle Murelle. Ci lanciamo sul sentiero basso e alla Carozza aspetto che Massimo attraversi la lunga sella per immortalarlo. Allunga il passo e, mentre attacca la cresta E delle Murelle, un branco di camosci gli passa proprio sopra la testa. Quando, ormai di notte, giungo alla selletta sotto la cima, q. 2500m circa, con circa mezz’ora di ritardo rispetto a Massimo (in cresta ho fatto parecchie soste per foto notturne e per riposarmi), lui sta già scendendo. Mi mancano un 90-100m di dislivello e 400m in linea d’aria per la cima, ma Massimo ha fretta e io non ho la frontale, senza la quale la discesa sul tratto in cresta non sarà facile: allora decido di desistere dall’ultimo strappo e cominciamo a tornare.







Nei tratti più rocciosi ed erti, lui scende faccia a monte, illuminandomi il terreno con la frontale, e io lo seguo faccia a valle facendo attenzione a non calpestargli le dita con i ramponi. Dopo qualche altro scatto notturno e un’overdose di zucchero al Rifugio, scendiamo all’altro Rifugio (qui la mancanza di rametti impedisce di accender il fuoco) e dopo un’altra sosta proseguiamo per la via del ritorno (Massimo sciando a lume di frontale sul pendio di Colle Strozzi quasi fino al bosco Vaduccio). Finiti gli interminabili tornanti della strada forestale presso l’imbocco del Fosso la Valle di Palombaro, siamo finalmente alla fontanella e, dopo il tratto cementato, al camper.





Mi restano “in gola” quegli ultimi 90-100m di dislivello (c. 400m di cresta) che mi separavano dalla cima, ma i miei tempi di riposo (avevamo + di 2000m di dislivello nelle gambe) uniti a quelli per le foto notturne – oltre alla velocità/fretta del compagno di salita – mi hanno stavolta precluso la cima vera e propria. Proseguire avrebbe significato un’altra mezz’ora di salita per poi farmi la discesa su cresta da solo, con torcia in una mano e piccozza nell’altra, mentre seguendo Massimo, con la sua frontale, andiamo giù + veloci.
Una bellissima camminata, tutto in una volta.
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Editing: Enzo C. Delli Quadri